Descrizione
poesie, 2008 – cartaceo, 33 pgg., grande formato (33×24 cm)
Scendere giù nel profondo e sapersi vivi…
così i grandi sciamani, profeti e psiconauti devono essersi sentiti, modificando la propria percezione inducendosi stati alterati di coscienza. L’Inconscio, nei suoi labirinti intricati d’abissi oscuri, è il vero regno inesplorato, il Noumeno dell’universo che tutti cercano. La Divinità Interiore proviene da lì, celata come un tesoro millenario al riparo dal materialismo esterno, dalla falsità dei menestrelli morali, dai dogmatisti dell’Ecclesia.
In questo poemetto verrà posta una semplice domanda (una volta chiarite le intenzioni dell’anima protagonista e dei suoi metodi di trascesi): cosa accadrebbe se la risolutezza del proprio vagare scemasse all’improvviso, causa l’interferenza di ricordi inerenti la propria sfera materiale?
Il filo esile d’argento che ci protegge legandoci al mondo potrebbe mai staccarsi, come la fragile cordicella d’un aquilone in balia di venti impetuosi?
[collana: Fuori / 1]
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