Ventitré modi per sopravvivere – Ksenja Laginja

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Descrizione

poesia, 2021 – cartaceo, 44 pgg. / ebook (ePub+Mobi)

I ventitré testi qui raccolti nascono dall’aver posseduto il numero ventitré, dall’averlo tenuto con sé, invocato, dominato, masticato, sfiorato e odiato per ventitré volte. Sono declinazioni del numero 23, delle sue proprietà numeriche, alchemiche, matematiche, materiali, simboliche, filosofiche, storiche, biologiche, fisiche, geometriche, geografiche, teologiche, astronomiche, linguistiche e qualcuna in più, fino proprio a ventitré. È il mantra della preghiera. Il modo di sopravvivere di Ksenja Laginja. Ventitré canti di un’unica grande invocazione che avvolge la poetessa e la protegge.

…………………………..

VII

I colpi giunsero violenti
e ci nominarono ventitré
volte alla sorgente di tutto;
all’appello corrisponde
un affondo, la vocazione
naturale al tradimento.

* Gaio Giulio Cesare venne assassinato con 23 coltellate il 15 marzo del 44 a.C (Idi di marzo).

[collana: VersiGuasti / 23]

Ne parlano:
> Crackerspoesiahttp://crackerspoesia.it/ksenja-laginja/
> ParolaPoesiahttps://parolapoesia.blogspot.com/2021/03/ksenja-laginja-tre-poesie-da-ventitre.html
> Bibbia d’Asfaltohttps://poesiaurbana.altervista.org/ksenja-laginja/
> Claudia Zironi su Versante Ripido: https://blog.versanteripido.it/2021/03/29/spazio-di-claudia-zironi-ventitre-modi-di-sopravvivere-con-ksenja-laginja/
> Alfredo Rienzi su DI SESTA E DI SETTIMA GRANDEZZA: https://alfredorienzi.wordpress.com/2021/03/31/inediti-da-chiamali-ancora-per-nome-di-ksenja-laginja-e-due-testi-da-ventitre-modi-per-sopravvivere/
> Ettore Fobo su Lankenauta: https://www.lankenauta.it/?p=21596
> Poesia Ultracontemporanea: https://poesiaultracontemporanea.wordpress.com/2021/04/06/ksenja-laginja-incompiuti-e-rari
– Antonio Fiori su Atelier poesia: http://www.atelierpoesia.it/5291-2/
– Lucia Guidorizzi su Carte sensibili: https://bit.ly/3eEsI5Q

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CARTACEO, EBOOK

12 recensioni per Ventitré modi per sopravvivere – Ksenja Laginja

  1. Ettore Fobo

    Leggendo e rileggendo il testo il mistero del numero 23 invece di chiarirsi si infittisce e con esso la trama di un linguaggio, sospeso fra luce e oscurità in un colloquio stregato, si fa via via più misteriosa.
    Ciò che unisce tutto in unità, dall’asteroide Thalia 23 al codice dei telegrafisti, dalla geometria euclidea ai geroglifici egizi, dalla teoria dei bioritmi al radiotelescopio di Arecibo, è lo stile di una scrittura che, se scava nell’assenza e nell’ombra, sa essere fatalmente esatta nella sue peregrinazioni e divagazioni, nei suoi slittamenti, nelle sue derive.

    https://www.lankenauta.it/?p=21596

  2. Antonio Fiori

    Un lavoro notevole perché, nonostante la potenza evocatrice di questo polisemico numero primo, la parola poetica è controllata, pesata e governata, chiamata com’è a dare istruzioni di sopravvivenza e a mantenersi fedele a ciascun significato. Ksenja Laginja rivela solo la fonte, la descrive, talvolta osa di più e qualcosa predice. Tutte le derive misteriche, invece, sono lasciate al lettore, avverranno solo nella sua mente.

    http://www.atelierpoesia.it/5291-2/

  3. Lucia Guidorizzi

    La lettura di questo libro di poesie ci conduce nel mondo delle formule, delle incantazioni, focalizzandosi sul potere della parola poetica che celebra, nelle sue varie declinazioni, il numero ventitré. La ripetizione fa parte del repertorio della litania e assume un carattere protettivo e apotropaico. Il linguaggio dell’Autrice, essenzialmente scarno e funzionale, si sviluppa tutto intorno a questa cifra, mantenendone la portata enigmatica e simbolica. Lo scandaglio delle proprietà conoscitive e trasformative di questo numero ci conduce nell’ambito dell’alchimia.

    https://cartesensibili.wordpress.com/2021/04/28/ksenja-laginja-e-il-numero-ventitre-la-cifra-per-sopra-vivere-note-di-lettura-di-lucia-guidorizzi/

  4. Alfredo Rienzi

    I testi sono brevi, la frastica è lineare, netta, diretta ed essenziale («linguaggio asciutto e così scarnificato nell’uso ipercontrollato della parola» scrive con efficacia Alex Tonelli). Le aggettivazioni sono reperti rari, ogni termine è strettamente necessitante, nella sua nudità; la voce narrante usa in prevalenza la prima persona plurale (mai la singolare), talora si indirizza imperativamente a un tu imprecisato, altre volte s’appoggia all’infinito. La sintassi contratta procede con passo breve, orienta a silenzi più ritmati che la parola stessa. Ognuna delle 23 poesie va a sincoparsi con la nota esplicativa a fondo pagina, che funge da nota bassa di un ritmo binario, sia sonoro, sia soprattutto mentale, dove l’alternanza dello stimolo intuitivo-immagininativo (poesia) a quello razionale (didascalia) pare voglia farsi simbolo esso stesso e paradigma del ritmo interno, del ciclo diadico che governa il corpo-mondo.
    L’architettura, senza nemmeno scendere nei versi, sembra già voler dire molto, pare volerci incanalare in un esercizio mantrico, in una ruota che all’ultimo arco ventitreesimale della sua rotazione non dichiara fine e compimento, ma lascia aperta la porta su un tempo successivo e trasformativo, ciclico.

    https://alfredorienzi.wordpress.com/2021/05/07/ventitre-modi-per-sopravvivere-di-knenja-laginja/

  5. Enea Roversi

    Leggendo la breve raccolta di Ksenja Laginja Ventitré modi per sopravvivere (Kipple Officina Libraria, 2021) si scoprono i numerosi rapporti che legano il numero 23 alla chimica, alla genetica, alla geometria, all’astronomia e non solo.
    Laginja, in questa sua silloge, segue un percorso circolare attorno al numero in questione: sono ventitré brevi poesie, ognuna delle quali ha a che fare con il 23 e sono quindi ventitré volte ventitré, in una scrittura che si sviluppa quasi per cornici concentriche, riproducendo e moltiplicando i propri segni e significati.

    Sono testi brevi, frutto di un’operazione di limatura paziente da parte dell’autrice: in essi convivono rivelazione e mistero, scienza e magia, spazio e respiro, suono e ombra.
    Questi ventitré modi costituisco un breve, ma assai intenso e affascinante viaggio attraverso i numeri e le parole e se al termine non sappiamo se sopravviveremo a che cosa e come, non importa: alla poesia non spetta il compito di rivelare verità, ma di interrogare e interrogarsi e questo Ksenja Laginja lo sa bene.

    https://tragicoalverman.wordpress.com/2021/06/09/ksenja-laginja-ventitre-modi-per-sopravvivere/

  6. Emilia Barbato

    L’universalità della poesia di Ksenja (quei pochi riferimenti personali sono pienamente riconducibili a un’esperienza comune) e la magnifica operazione di scarnificazione del verso, rendono queste poesie impeccabili: Inoltre la multidisciplinarietà dona alla raccolta un carattere di estrema originalità.

    https://www.laboratoripoesia.it/ventitre-modi-per-sopravvivere-ksenja-laginja/

  7. Nunzio Festa

    Tenere in frequenza di simbiosi il mondo della riflessione concettuale con il lirismo che non diventi mai sola profusione di linguaggio, è sempre molto difficile. In “Ventitré modi per sopravvivere”, dove visto il discorso filosofico sottotraccia – ma più che altro per dotazione di modestia e attenzione/cura della vita -, Ksenja Laginja riesce a fare (di) necessità del ragionamento una suite di poesia da leggere. E rileggere, evidentemente. Ché nella prima lettura alcuni dettagli possono in tutt’onesta sfuggire.

    Al terzo passaggio di lettura, poi, anzi invece sappiamo l’intenzione. O per lo meno non ci facciamo incantare, ingannare, soltanto e solamente delle forme di componimenti lirici. Le poesie, lampi e tuoni, di questa plaquette sono infatti una contestazione della banalità, sia essa costituita di rime bimbesche sia da poetese della domenica pomeriggio o del post-lavoro se non proprio del bruto spazio malato e produttore di bruttezza del pensionamento.

    Ci sono un parallelo esplicitato e uno implicito fra la riga di descrizione della forma scelta ogni volta del 23 a piè pagina con i versi sormontanti il ragionamento. Un ragionare incastrato. Ksenja Laginja s’è fatta insomma scegliere da questo numero per scrivere, evocando, la sua visione drammatica e sapienzale del mondo vissuto.

    https://giornalemio.it/cultura/il-ventitre-poetico-di-ksenja-laginja/

  8. Valeria Bianchi Mian

    Alchimia ‘del verbo’ e del verso, l’opera di Ksenja Laginja. Mescolare le parole, cuocere alla temperatura necessaria per trasformare la sopravvivenza in rinnovamento è ricetta del vero e del sacro, è portarsi al compimento. Ventitré modi per sopravvivere è la nuova preziosa silloge della poeta genovese, edita da Kipple Officina Libraria.

    L’autrice ci porta il numero sopra un piatto d’argento: pitagorica poetica del “difettivo, naturale, maggiore della somma dei suoi divisori propri”, e ancora corrispondente alle lettere dell’alfabeto classico ma anche alle coppie di elementi di un altro ‘alfabeto’ che nel rimescolarsi crea l’essere umano – i cromosomi.

    https://poesieaeree.wordpress.com/2021/06/30/il-numero-23-lalchimia-di-ksenja-laginja/

  9. Bettina Banchini

    Una splendida performance di Bettina Bianchini ispirata alla silloge Ventitré modi di sopravvivere.

    https://youtu.be/SRXJ06zYvFM

  10. Pino Vetromile

    Ma perché poi 23 modi per sopravvivere, secondo la nostra Autrice?
    Il fatto è che il numero 23 è davvero singolare! Si adatta, e in molti casi ne è il simbolo, a tantissimi fenomeni scientifici, matematici, biologici, eccetera. Ora, la peculiarità sta, non tanto nel fatto che la nostra brava Ksenja sia riuscita, con la sua vasta cultura in proposito (e non solo in questo!), a individuare, a scoprire che tale numero sia davvero significativo, quanto poi a costruirci attorno un progetto poetico davvero rilevante, eccezionale nella sua applicazione e formulazione.
    La “sopravvivenza” è dunque legata in un certo qual modo a questi fenomeni, a queste “leggi” di natura (si consideri ad esempio, come Ksenja recita in un suo testo, il numero di coppie cromosomiche umane, che sono giusto 23), alle quali inevitabilmente e ineluttabilmente dobbiamo sottostare, accettando il fatto che possano gestire la nostra quotidianità!
    Ognuno dei 23 (guarda caso!) testi di questa silloge si riferisce ad un particolare fenomeno che richiama o si rifà al numero stesso. Ksenja ha un dettato poetico essenziale, quasi epigrammatico, immediato, come è nel suo stile. Sono testi intensi, che celano all’interno, in filigrana, il tema inerente al numero evocato, ma che nello stesso tempo ampliano l’orizzonte con allusioni e rimandi significativi. L’originalità sta pure nel riportare, in calce a ciascun brano (noi per comodità l’abbiamo riportato in parentesi alla fine del testo), l’argomento preciso al quale il testo si riferisce.
    Un libro curioso, interessante, colto, che induce a riflettere e a ricercare oltre l’assunto, oltre il dato, oltre tutto quello che, normalmente, si dà per scontato! La poesia, anche qui, e in particolare la poesia di Ksenja Laginja, è maestra di apprendimento, oltre che di emozioni.

    http://transitipoetici.blogspot.com/2021/07/i-ventitre-modi-per-sopravvivere-di.html

  11. Sebastiano Adernò

    Ventritrè chiavi del numero ventitrè che nella silloge diventano ventitrè poesie capaci di illuminare proprietà numeriche, alchemiche, matematiche, materiali, simboliche, filosofiche, storiche, biologiche, fisiche, geometriche…e così avanti. Ho utilizzato volutamente il verbo illuminare riferendomi ai testi, che perlopiù si presentano brevi ed incisivi. Immaginando il passo e la fiamma di chi per primo entra in una caverna dove vede e tocca misteri che non si possono spiegare. Così è la poesia di Ksenja, coraggiosa, ferma ed oggettiva, che non ha bisogno né di aggiungere né di togliere qualcosa al segreto che sta andando a svelare. Perché la rete di correlazioni, questo fil rouge che passa nella cruna dei ventitrè modi ha origini cosmiche e segrete come quelle dei cromosomi, per farvi partecipi di un piccolo esempio, che nel codice genetico sono suddivisi in ventritrè coppie. Per chiudere consiglio la lettura di questo libro che si sostiene su una bellissima ricerca di poesia dotta e sapienziale.

    https://www.lestroverso.it/ventitre-modi-per-sopravvivere-di-ksenja-laginja/

  12. Carlo Di Francescantonio

    Il lettore si troverà di fronte a un testo misterioso il cui significato arriva da molto distante, prima ancora di quel territorio ancestrale dove è stato “composto” l’essere umano. Un antico significato fatto numero e declinato con rigore matematico ma che, attraverso una felice alchimia fatta di sentimento e vissuto, viene nuovamente declinato con la lingua della Letteratura. In ventitré “dichiarazioni” si snoda un atipico manuale di sopravvivenza, senza che sia chiaro a cosa e come sopravvivere, perché, nei versi, non si può parlare solo di vita e di morte e di sopravvivenza alla stessa morte.

    https://letteratitudinenews.wordpress.com/2021/09/14/ventitre-modi-per-sopravvivere-di-ksenja-laginja-poesia/

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