Descrizione
poesie, 2010 – cartaceo, 190 pgg. / ebook (epub + mobi)
– Silloge vincitrice della sezione Poesia edita al “Premio Internazionale Città di Sarzana” del 2024
– Menzione d’onore al Premio UnicaMilano (2019)
La silloge completa del meglio della lirica di Fobo.
Un volume denso e profondo che non deve mancare a ogni amante della poesia.
[collana: Capsule / 8]
Ettore Fobo –
Motivazione per la vittoria nella categoria “Poesia edita” al “Premio Internazionale Città di Sarzana 2024″
Un grido poetico che sfida il vuoto: “Sotto una luna in polvere” e l’urgenza dell’autenticità. “Sotto una luna in polvere” è un’opera che si muove inquieta ai margini del discorso poetico contemporaneo, sfidando le convenzioni estetiche e narrative con un linguaggio che si frantuma e si ricompone, in un ciclo continuo di creazione e distruzione. Qui, Ettore Fobo rifiuta l’idea stessa di armonia, abbracciando il guasto come condizione esistenziale e poetica, un guasto che si fa principio ordinatore del caos.
Ettore raccoglie l’eredità dei poeti maledetti e dei visionari del Novecento, ma ne esaspera la visione fino al collasso. Se i surrealisti cercavano di liberare l’inconscio attraverso l’immagine poetica, qui il sogno si trasforma in un incubo a occhi aperti, in cui le visioni non portano liberazione ma solo frammentazione e alienazione.
Ettore rifiuta ogni linearità narrativa e ogni facile coerenza, lasciando il lettore in balia di immagini fugaci e visioni spezzate. La realtà si sfalda sotto il peso della sua rappresentazione, e la parola poetica diventa atto di resistenza contro l’omologazione del pensiero unico. In questo, la sua scrittura ricorda l’urgenza espressiva di Antonin Artaud, ma senza la possibilità di un’uscita catartica: qui il grido resta soffocato, intrappolato in un circolo vizioso di disperazione e disincanto.
In un panorama letterario spesso dominato dalla superficialità e dall’evasione, “Sotto una luna in polvere” emerge come un’opera scomoda e necessaria. L’Ettore Fobo non cerca l’approvazione del pubblico né indulge in facili estetismi: la sua poesia è un atto di rivolta contro il conformismo culturale, un tentativo disperato di ricostruire il senso attraverso la distruzione del linguaggio stesso.
Questa è una poesia che “rischia” davvero, che non ha paura di infrangere i limiti del dicibile per esplorare territori sconosciuti e inquietanti. Un’opera radicale e spiazzante, che merita di essere letta e riletta, nonostante – o forse proprio grazie – al suo rifiuto di offrire soluzioni o risposte definitive.